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Dopo tanta pioggia, uno sprazzo di sole fa intuire la bella stagione che sarà. Noi la anticipiamo con questa pasta: protagonista, una tenera primizia, le taccole, in una versione un po’ eighties con prosciutto cotto e panna acida, la dolcezza del porro, la nota fresca dell’erba cipollina e pepe macinato fresco a volontà per una sferzata di gusto.

 

 

 

 


Gli ingredienti

Per 4 persone
400 g di tortiglioni (o altra pasta corta)
1 piccolo porro
150 g di taccole
80 g di prosciutto cotto in una fetta
1 mazzetto di erba cipollina
2 cucchiai di crème fraîche (panna acida)
vino bianco, burro, olio extravergine d’oliva, sale, pepe

Taglia il prosciutto a dadini. Affetta finemente il porro, compresa la parte verde più tenera. Fallo rosolare in una larga padella con una noce di burro, un filo d’olio e il prosciutto. Intanto, riduci le taccole a losanghe, tagliandole ognuna in 2-3 pezzetti. Sfuma il soffritto con il vino bianco e, quando l’alcol è evaporato, aggiungi le taccole, salale leggermente e falle insaporire 1 minuto mescolando. Allunga con un filo d’acqua, abbassa la fiamma e lascia cuocere 7-8 minuti: le taccole devono restare croccanti. Nel frattempo, porta a bollore abbondante acqua salata e cuoci la pasta. Unisci al condimento la crème fraîche, mescola e spegni. Tagliuzza finemente l’erba cipollina. Scola la pasta (conserva un po’ della sua acqua) e riversala nella padella. Mescola a fuoco dolce 1 minuto, allungando se serve con poca acqua di cottura della pasta, dividi nei piatti e completa con l’erba cipollina e una generosa macinata di pepe. Volendo, puoi completare i tortiglioni con una spolverata di parmigiano grattugiato.

Nota
Per questa ricetta, abbiamo provato i tortiglioni Riso di Pasta Viazzo, assaggiati a Identità Golose dove, per l’occasione, testimonial dell’azienda vercellese è stato Davide Oldani, da sempre grande appassionato di riso e dintorni. A noi è parsa apprezzabile per la tenuta di cottura (sebbene i 9 minuti indicati sul pacchetto fossero a nostro avviso un po’ pochi) e il colore leggermente dorato, decisamente più invitante del bianco traslucido in genere associato a questo tipo di prodotti: caratteristiche dovute all’ingrediente di partenza, che è riso sottoposto a trattamento parboiled. Anche il sapore non eccessivamente “di riso” (quel gusto dolciastro che a volte fa venire in mente le pappe dello svezzamento) ha contribuito a non farci rimpiangere la classica pasta di grano 🙂